Carissime/i, Buona Estate!
L’estate è tempo di vacanze e di ferie, di riposo e di divertimento, ma anche tempo utile per ammirare e riflettere…
Vorrei perciò condividere con voi alcune (poche!) riflessioni sulla “festa settimanale”.
1^ Ricominciare dal “Primo Giorno”
Da duemila anni la Domenica è, per noi cristiani, la Festa settimanale. È il primo giorno della settimana: “il primo giorno dopo il sabato” (Mc 16,2). Il linguaggio ormai acquisito invece le assegna l’ultimo posto: weekend, fine settimana. Questa collocazione esprime in sintesi il declassamento della domenica operato dalla società consumistica: siamo passati infatti dalla cura, anzi dalla celebrazione della fede, degli affetti e delle relazioni – che meriterebbero il primo posto nell’uso del tempo – alle liturgie del profitto che sacrificano quegli affetti sull’altare del dio Denaro.
Enormi e vistosi cartelloni pubblicitari, disposti lungo le nostre strade da centri commerciali e negozi di ogni tipo, mostrano l’invitante slogan: “Domenica aperto”. E purtroppo non sono pochi quelli che li giustificano. Se la gente – dicono – pressata tutta la settimana da impegni vari con orari impossibili va di domenica nei grandi magazzini, a trascorrervi magari l’intero pomeriggio usufruendo dei molti servizi offerti, che male c’è? Si tratta in fondo di una grande comodità: perché non usufruirne serenamente? Ma questa è una lettura riduttiva del fenomeno, perché ne dimentica implicazioni sociali negative e pesanti effetti collaterali. Alcuni esempi.
- In questi “templi” delle vendite vi sono migliaia di persone che lavorano a tempo pieno proprio di domenica e tutte le domeniche, comprese le maggiori festività. Queste persone, in gran parte, hanno famiglia, sono papà, mamme con bambini e altri cari; fanno parte di comunità civili ed ecclesiali; hanno una rete di relazioni amicali e sociali, necessarie per una vita umana degna di questo nome. Durante i giorni feriali, il papà e la mamma lavorano, i figli sono a scuola, manca il tempo per far visita ai nonni… Se il business colonizza anche il provvidenziale giorno domenicale, come sarà possibile coltivare e vivere lo stare insieme in famiglia? Che non sia anche questa, in alcuni casi, una delle cause delle crisi familiari? Solo una sconsiderata mentalità materialista può sottovalutare danni così rilevanti!
- La Domenica, inoltre, omologata a ennesimo giorno di compravendita e dunque di lavoro, viene privata del suo significato più bello: la festa. Ed è una perdita grave: perché l’uomo può vivere senza molte cose, ma non senza la festa. Il lavoro, infatti, procura i mezzi per campare, ma la festa racchiude e celebra il vivere, il suo scopo e la sua gioia.
Sac. Antonio Salone
Continua…
Don Antonio
Sono d’accordo su tutto quanto hai detto…..
Grazie per le belle riflessioni sulla festa .